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Dalla mungitura delle mucche,  il latte, tramite un lattodotto, viene depositato nei refrigeratori mantenendo una temperatura intorno ai 4° e per circa 12 ore. Viene poi trasportato al laboratorio per essere lavorato. Nicola Masciotra, esperto casaro, è parte attiva di questa fase. Il latte viene riscaldato nel “doppio fondo” (macchinario specifico a vapore) con l’aggiunta di caglio e siero innesto (fermenti naturali). Una volta avvenuta la coagulazione, inizia il processo di trasformazione dal quale si ricava una pasta granulosa che messa nel mastello di filatura e con l’aggiunta di acqua bollente, crea una pasta filata che viene lavorata a mano dando forme a caciocavalli, scamorze, trecce ed altro ancora.
Attraverso il processo della scrematrice, viene, poi, separata la parte grassa dai liquidi di lavorazione e mentre questi ultimi vengono riutilizzati per l’alimentazione delle mucche, la parte grassa viene lavorata per panetti di burro e la mantèca.